Molti libri e post e blog e video, esprimono una certezza incrollabile (apparentemente): abbiamo un cervello magnifico, ancora piuttosto sconosciuto, capace di mirabili imprese.
Probabilmente si’, ma non solo.
Il nostro cervello e’ anche complesso e soggetto a “sbilanciamenti” dovuti ad un processo evolutivo iniziato in tempi relativamente recenti e sempre in corso.
La parte “nuova” del nostro cervello, la neocorteccia, e’ presente nei mammiferi ma nell’uomo occupa piu’ dell’80% del cervello. Grazie alla neocorteccia possiamo fare pianificazioni a lungo termine, immaginare, fantasticare, comunicare in modi diversi e complessi.
La neocorteccia e’ in costante comunicazione con la parte piu’ antica del cervello presente in tutti gli animali quella che presiede molte funzioni ed emozioni vitali come la paura per allontanarci da un pericolo, la tristezza per chiedere aiuto e supporto, la gioia per comunicare disponibilita’ e sicurezza, l’accudimento per proteggere chi amiamo.
Purtroppo queste due parti del cervello non sempre si connettono in modo efficiente (parlo di due parti per semplicità’ ma non e’ esattamente cosi’, il tutto e’ molto piu’ integrato in realta’, non me ne vogliano gli scienziati della materia).
La paura puo’ essere sproporzionata rispetto all’evento o anche non connessa ad alcun evento immediato, come nell’attacco di panico. Bisogna ricostruire in maniera quasi indiziaria, certosina, metodica, per risalire all’origine di questa paura, ricostruire il senso , sciogliere cio’ che si e’ annodato e ripartire con una nuova prospettiva.
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